Tour nell'Italia dei Formaggi
Siamo un paese biodiverso, anzi, siamo il paese più biodiverso. Nei tempi del primo lockdown, le parole di Oscar Farinetti, patron di Eataly, instancabile ottimista ed ambasciatore dell’Italia, riecheggiavano nella rete senza sosta.
Se la nostra Signora conta 58mila specie di animali, 7000 specie vegetali (da far invidia al Brasile che ne ha meno della metà), 140 cultivar di grano duro, oltre 20 volte di più rispetto agli USA, l’Italia è anche protagonista indiscussa nella produzione casearia. E la Francia? Viene (purtroppo) scontato chiedersi.
No, i nostri vicini producono 246 differenti varietà di formaggio. Tante e su questo ironizzava anche Charles de Gaulle. Come si può governare un paese con così tanti tipi di formaggio? Si chiedeva lo stratega.
Beh, forse non aveva fatto i conti con l’Italia. Tra le Alpi e il Mediterraneo, sono realizzati 487 formaggi diversi di cui 48 DOP, anche in questo caso più della Francia.
E, guardando a casa, i Piemontesi sono tra i più creativi. Casari da generazioni, talvolta influenzati dalla vicina Francia, contano almeno 50 formaggi. Complice anche la gastronomia che sposa il formaggio sul gnocchetto, nel risotto e come ripieno al raviolo. Per non parlare di quegli orologi, accompagnati da vini e composte.
Da nord a sud, dalla provincia di Verbano Cusio Ossola a quella di Cuneo, prendono forma 7 DOP: Bra DOP, Castelmagno DOP, Murazzano DOP, Ossolano DOP, Raschera DOP, Robiola di Roccaverano DOP e Toma piemontese DOP. A queste vanno ad aggiungersi quelle DOP definite come interregionali, dove il primato è condiviso. Sempre in Piemonte si producono infatti Gorgonzola DOP, Grana padano DOP e Taleggio DOP.
Non resta che iniziare questo viaggio.